domenica 27 maggio 2012


maggio 25, 2012 - 17:27 MALI
A BAMAKO PREGHIERA INTERRELIGIOSA PER LA PACE
“Da oggi sono i nostri fratelli musulmani che pregano in tutte le moschee del paese. Domenica e lunedì di Pentecoste i cattolici si uniranno alla preghiera interreligiosa, organizzata anche con i protestanti, per la pace, la concordia sociale e la stabilità delle istituzioni. Nonostante le differenze dobbiamo tutti unire le forze per la causa del Mali”: a parlare con la MISNA è padre Timothé Diallo, il parroco della cattedrale di Bamako.

Riuniti ieri nella capitale, il presidente dell’Alto consiglio islamico del Mali, l’imam Mahmoud Dicko, l’arcivescovo di Bamako, monsignor Jean Zerbo, e il pastore della Chiesa protestante, Daniel Coulibaly, hanno invitato i fedeli a partecipare all’iniziativa. Hanno lanciato un appello alla tolleranza, alla moderazione e alla saggezza dopo gli ultimi sviluppi politici, cioè l’aggressione del presidente di transizione, Dioncounda Traoré, e la pressione del fronte pro-giunta che non riconosce gli ultimi accordi firmati con la comunità regionale (Cedeao). “I capi religiosi - prosegue padre Timothé - hanno chiesto la massima solidarietà con i nostri fratelli scappati dal Nord e auspicato che chi ha preso il potere nelle regioni settentrionali possa dare prova di rispetto reciproco”.
Oggi a Bamako uffici, scuole e negozi sono rimasti chiusi in occasione della Giornata dell’Africa, celebrata in tutto il continente. “Da due giorni – dice alla MISNA una fonte locale della società civile - c’è una calma quasi surreale in città, ma si percepisce quanto la gente sia preoccupata per il futuro. Di certo l’aggressione del presidente e le liti tra politici e militari per il potere non sono segnali incoraggianti”.
In assenza di Traoré, che si trova nella capitale francese per “motivi medici e privati”, la gestione del potere è stata affidata dallo stesso presidente al primo ministro Cheick Modibo Diarra. I sostenitori della giunta militare, che lo scorso 22 marzo hanno destituito il presidente Amadou Toumani Touré, ritengono il capitano Amadou Haya Sanogo il legittimo nuovo capo dello Stato. Ieri, però, il capitano non si è presentato allo Stadio Modibo Keita dove i suoi sostenitori avevano organizzato una cerimonia di investitura. Il Fronte unito per la salvaguardia della democrazia (Fdr) ha invece convocato una marcia della “maggioranza silenziosa”, che dovrebbe tenersi martedì a Bamako; il Fronte chiede a Traoré di non rassegnare le dimissioni e di condanna dei suoi aggressori.
Dal Nord giungono notizie di una situazione umanitaria sempre più difficile per migliaia di civili intrappolati senza ricevere aiuti adeguati. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), gli sfollati interni sono “sempre più vulnerabili” e hanno bisogno di cibo, ripari e medicinali. L’organismo sottolinea le difficoltà nel tentativo di raggiungere i circa 147.000 sfollati nella regione dei tre principali centri di Gao, Kidal e Timbuctù. In base alle ultime stime diffuse dall’Onu, circa 200.000 maliani si sono rifugiati nei paesi vicini del Niger e del Burkina Faso.

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