19 maggio 2014 - Il governo del Mali è “in guerra con i terroristi”: lo ha detto il primo ministro Moussa Mara dopo gli scontri del 17 maggio tra esercito e ribelli tuareg nella città settentrionale di Kidal, in cui sono morte decine di persone.
La missione delle Nazioni Unite in Mali, la Minusma, ha condannato “nella maniera più assoluta l’uccisione di civili e funzionari del governatorato di Kidal. Questo crimine barbaro è assolutamente inaccettabile e i responsabili dovranno rispondere delle loro azioni”, ha detto Albert Koenders rappresentante speciale del segretario delle Nazioni Unite.
Ritornato a Bamako, domenica sera, Moussa Mara ha detto che le autorità sono impegnate per la liberazione degli ostaggi affermando che alcuni di loro sono stati uccisi a sangue freddo e altri liberati perché feriti. Con gli scontri a Kidal “i terroristi hanno dichiarato guerra al Mali, e quindi il Mali è in guerra contro questi terroristi”, ha detto Mara da Gao, ultima tappa del suo viaggio nel nord del Mali, la sua prima visita in queste regioni da quando è entrato in carica, all’inizio di aprile.
Anche la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) si è detta preoccupata per ” il grave deterioramento della situazione politica e della sicurezza ” in Mali, condannando gli atti di violenza a Kidal. E l’Unione africana ha invitato “le parti a esercitare la massima moderazione”.
Il nord del Mali è stato teatro di un conflitto armato
tra il 2012 e il 2013. Per superare la crisi in modo definitivo non sono
bastati né l’intervento militare a guida francese né l’accordo di pace
preliminare firmato a Ouagadougou, in Burkina Faso, nel giugno del 2013.
Nonostante la presenza di militari maliani, francesi e delle Nazioni Unite,
Kidal è sempre sfuggita al controllo del governo del Mali.
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