lunedì 10 settembre 2012


settembre 5, 2012 - 11:13 MALI

CRISI NEL NORD: BAMAKO CHIEDE INTERVENTO MILITARE AFRICANO 


Il capo di Stato Dioncounda Traoré ha formalmente richiesto l’intervento militare della Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas) in una lettera inviata ieri al suo omologo ivoriano, Alassane Dramane Ouattara, presidente di turno dell’organismo regionale.
La notizia è stata anche confermata dal rappresentante speciale della Francia nel Sahel, Jean Félix Paganon, nel corso di una visita in Burkina Faso, uno dei paesi mediatori nella crisi del Mali. Da settimane l’organismo regionale si era detto disponibile a inviare un contingente di 3300 uomini a sostegno dell’esercito di Bamako per la riconquista delle regioni settentrionali passate sotto il controllo di gruppi armati islamici. Finora, in assenza di richiesta formale da parte delle autorità del Mali, non sono stati delineati tempi e mandato di una missione militare della Cedeao, che dovrà comunque ottenere un via libera dall’Onu.


Nella lettera Traoré ha precisato che l’aiuto della Cedeao potrebbe essere indirizzato verso la protezione delle istituzioni di transizione, il rafforzamento delle capacità di lotta al terrorismo, la riorganizzazione delle Forze armate e la riconquista dell’integrità territoriale del Mali.
La possibilità di un intervento militare esterno è però al centro di un dibattito tra chi è fermamente contrario, sostenendo che da solo l’esercito maliano è in grado di liberare il Nord, e chi invece auspica un appoggio militare africano. Tra questi ultimi c’è il Fronte unito per la salvaguardia della democrazia e della repubblica (Fdr). “E’ giunta l’ora di porre fine alle esitazioni nella nostra richiesta di sostegno esterno, emblematica della nostra volontà politica e della nostra determinazione ad impegnarci per riconquistare nuovamente l’integrità del nostro territorio” si legge in un comunicato del fronte antigolpe che raggruppa una quarantina di partiti politici, pubblicato sul quotidiano locale ‘Journal du Mali’.
Alcune fonti di stampa evidenziano un nesso diretto tra la formalizzazione della richiesta di Traoré e i recenti sviluppi sul terreno con la recente conquista della città strategica di Douentza (centro) da parte del Movimento per l’unità e il Jihad in Africa occidentale (Mujao), uno dei gruppi armati islamici che da cinque mesi hanno il potere nelle regioni di Kidal, Gao e Timbuctù. Secondo il Fronte unito per la salvaguardia della democrazia e della repubblica, la caduta di Douentza, nonostante la presenza di forze di sicurezza a Sévaré (15 chilometri all’est di Mopti), costituisce un “affronto intollerabile all’esercito”. Al governo di transizione di Bamako la coalizione chiede “azioni immediate e adeguate per la sicurezza delle zone non ancora occupate e per recuperare quelle in mano agli islamici armati con il sostegno di Cedeao, Unione Africana e Onu”.
Fonti della MISNA a Bamako hanno riferito che “per quanto riguarda la situazione che prevale al Nord, la gente è sempre più sconcertata per le violazioni dei diritti umani commesse dai gruppi armati islamici. In tanti non vedono l’ora che il governo passi all’azione per salvare i fratelli del Nord e recuperare il territorio occupato, ma ancora molti maliani non vedono di buon occhio un intervento militare regionale”.

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